Il Rapporto Uncem mette in evidenza le cifre e la loro composizione
Qualcosa, nel panoramena demografico italiano, sta lentamente cambiando. Parliamo della distribuzione della popolazione residente. Il Rapporto Montagne Italia 2025, realizzato dall’Uncem nell’ambito del Progetto ITALIAE ed edito da Rubbettino, mette in luce un fenomeno inatteso; è aumentato il numero di persone che sceglie di andare a vivere in montagna.

“Una montagna che non è quella dello “spopolamento” – ha evidenziato durante la presentazione il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone – Uncem dice no alle semplificazioni, alle letture senza numeri, ai must buoni per convegni e comizi. E’ tutto nel Rapporto – con analisi divise in “comunità territoriali”, area per area, in tutte le Alpi e gli Appennini. Parliamo di Territori vivi. Dove i numeri sono sorprendenti”.
Il dopo pandemia
Negli anni 2022-2023, dopo la pandemia, dobbiamo registrare un saldo positivo e che assume dimensioni significative. Quasi 100 mila ingressi oltre le uscite, più del 12 per mille della popolazione.
E’ancora un fenomeno che investe il Paese in modo diseguale: sono 250 su 387, quasi il 65%, le comunità territoriali che si collocano in territorio positivo; 136 lo fanno con valori decisamente significativi che vanno oltre il 20 per mille. Questa disomogeneità segna per di più una frattura rilevante tra le regioni del nord e del centro, tutte sistematicamente con apporti migratori positivi, e quelle del sud dove il segno meno, pur circoscritto e non generalizzato, appare ancora con una certa frequenza. La discontinuità più forte con il passato è tuttavia determinata dalla composizione del flusso migratorio riguardo alla cittadinanza, rispettivamente italiana e straniera. Non solo la popolazione italiana della montagna presenta – ed è una novità assoluta – un saldo positivo tra ingressi e uscite, ma questo, forte di quasi 64 mila unità, sopravanza nettamente quello della popolazione di cittadinanza straniera che con meno di 36 mila unità si riduce ulteriormente (quasi si dimezza) rispetto ai valori del quinquennio precedente, portando in evidenza la tendenza ormai presente in tutto il Paese, di una progressiva riduzione dell’interesse verso l’Italia da parte dei flussi migratori di lungo raggio.
I principali numeri del Rapporto, sulla demografia nella Montagna
I comuni classificati come totalmente montani sono 3471 (il 43,4% del totale dei comuni italiani) e ospitano una popolazione di 8.900.529 abitanti (il 14,7% della popolazione nazionale) su una superficie di 147.531,8 km2 (il 48,8% dell’estensione del territorio nazionale) con una densità di 60,3 abitanti/km2 (rispetto a un valore medio nazionale di 200,8). La densità insediativa dei 3471 comuni classificati montani è, nella media, di 60,3 abitanti al km2. contro una media nazionale di 200,1 abitanti al km2.
Popolazione montana, lo studio tra stranieri e italiani
Gli stranieri rappresentano la componente determinante di questo nuovo apporto migratorio, distribuendosi uniformemente in tutto il territorio montano del Paese con un apporto complessivo che nel quinquennio supera le 150mila unità.

Negli anni più recenti (2019-2023) cresce l’estensione delle Comunità della Montagna che registrano un saldo migratorio positivo (246 su 387) e di quelle nelle quali il saldo è molto positivo (>2%): sono 132 nelle Alpi occidentali e nell’Appennino settentrionale.
L’incidenza degli stranieri sul saldo migratorio della montagna è sempre più modesta (35mila persone, poco più di un terzo del totale) ed è rilevante ormai solo per le aree del Sud.
Si capovolge il segno del movimento migratorio degli italiani che porta in montagna oltre 60mila unità, per 114 Comunità Territoriali, quasi tutte al nord, l’apporto supera il 2% della popolazione