Ddl “ammazza orsi”: il vigliacco baratto tra fauna selvatica e consenso popolare

Quanto vale politicamente ogni orso giustiziato?

Il cosiddetto Ddl “ammazza orsi” passerà all’esame dell’aula lunedì 4 marzo, a partire dalle 9.30 e senza un tempo contingentato, su decisione del Presidente del Consiglio provinciale di Trento, Claudio Soini, che ha accolto la richiesta di tutte le forze di minoranza. Il Ddl che la Giunta ha consegnato al Consiglio Provinciale è costituito di due soli articoli, che però intervengono pesantemente sulla Legge provinciale n. 9 del 2018 (voluta, a suo tempo, da Fugatti per poter uccidere lupi e orsi aggirando il controllo dello Stato), avviando un nuovo corso nel quale ogni anno sarà deciso il numero di orsi da uccidere Cogliendo a pretesto l’analisi eseguita da Ispra nel 2023 sulla popolazione di orsi trentini, Fugatti ha messo nero su bianco che per il biennio 2024-25 saranno uccisi otto orsi l’anno: un’evidente forzatura per piegare ai voleri della più bieca politica un’analisi scientifica che aveva l’unico fine di indagare il numero massimo di individui che si sarebbero potuti sottrarre alla popolazione di orsi trentini senza intaccarne lo stato di conservazione della specie.

La Giunta fugattiana si aggiudica, dunque, la maglia nera in tutela di biodiversità! Massimo Vitturi, responsabile nazionale Area Animali Selvatici della LAV (Lega Anti Vivisezione),afferma: “Sosterremo la battaglia delle associazioni animaliste che propongono soluzioni ragionevoli e sostenibili in contrapposizione agli abbattimenti. La proposta di abbattere fino a otto orsi all’anno è populista e antiscientifica, ignorando le alternative che possono coesistere pacificamente con queste specie. La Provincia Autonoma di Trento ha dimostrato in questi ultimi anni un’incapacità evidente nel gestire il ritorno dei grandi carnivori. La politica sugli orsi è solo un esempio di approcci fallimentari, come verso il lupo e altre specie cruciali per l’equilibrio dell’ecosistema. È fondamentale trovare soluzioni che proteggano sia la fauna selvatica che le comunità locali, senza ricorrere a misure estreme e dannose per l’ambiente. L’abbattimento degli orsi non è la soluzione: ricorreremo in Europa”.

Gli attivisti della campagna StopCasteller, già mobilitatisi con molti altri il 10 febbraio a Trento, si dicono pronti a lanciare un nuovo rumoroso presidio, che avrà come obiettivo “l’espressione di un comune dissenso nei confronti della messa a legge di un progetto di sterminio di tutti gli orsi in Trentino”, dichiarano. “Il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti – continuano gli attivisti – cavalcando il sentimento di paura generato dalla morte di Andrea Papi, vende questo disegno di legge come l’unica soluzione possibile per controllare una popolazione di orsi a suo dire in preoccupante aumento…. Ma la Provincia non dice le cose per come stanno davvero, e cioè che, al contrario, è l’estinzione a essere un pericolo reale e incombente per gli orsi trentini, trattandosi di una popolazione isolata e caratterizzata da una forte consanguineità, discendendo tutta da soli due orsi maschi e cinque femmine…. Siamo preoccupati dalle notizie circolanti in modo sempre più frequente nelle valli, secondo cui gli orsi effettivamente uccisi illegalmente sarebbero ben più di quelli dichiarati. Questo significa che, oltre ai sette orsi morti negli ultimi mesi, oltre agli otto orsi che si prevede di uccidere ogni anno in seguito all’approvazione di questo Ddl, e oltre quelli imprigionati, i bracconieri ammazzano altrettanti orsi in gran segreto e con il benestare della Provincia. Noi crediamo che il vero mandante di queste morti sia la Provincia stessa, che oltre a non aver mai speso una parola di condanna nei confronti di un’attività illegale l’ha addirittura dichiarata una forma di “giustizia privata” condivisibile e, quindi, indirettamente supportata” accusano gli attivisti della StopCasteller.

Ma facciamoci supportare dai numeri: sono 62 gli orsi trentini uccisi, catturati o scomparsi negli ultimi 23 anni(dal 2000) secondo l’elenco redatto sulla base dei dati diffusi dalla Provincia di Trento. “In 10 anni gli orsi hanno attaccato l’uomo 8 volte, solo uno mortale” afferma Claudio Groff, dirigente del Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento.

Una giungla di contraddizioni: dopo avere acquisito, nel 2004, la gestione degli orsi introdotti con il progetto Life Ursus, a vent’anni di distanza la PAT non ha ancora concluso l’installazione dei cassonetti anti-orso. Un’inadempienza gravissima, che ha prodotto un numero imprecisato di orsi considerati “confidenti” perché abituati a frequentare gli ambiti urbani. La Giunta Fugatti si oppone alla rimozione delle strutture utilizzate dai cacciatori per il foraggiamento degli ungulati, nonostante la comunità scientifica li indichi come fonte di attrazione per gli orsi, che si abituano così a cibarsi in aree frequentate dall’uomo, sviluppando di conseguenza atteggiamenti confidenti. Lo stesso ISPRA afferma che l’inefficacia delle misure di dissuasione, messe in atto dai forestali trentini con l’uso di proiettili in gomma e cani da orso, sia riconducibile al fatto che i cassonetti non protetti continuano ad esercitare una fortissima attrazione nei confronti dell’orso, a tal punto da renderlo insensibile al dolore e alla paura delle “misure avversive”.

Quanto vale politicamente ogni orso giustiziato dalla Giunta di Fugatti? Quanto aumenta il consenso popolare, con quanti voti si può barattare ogni esemplare? L’idea cardine di Fugatti e dei suoi elettori sembra essere “prima spariamo e poi mettiamo i cassonetti”. Questo è un crimine nei confronti di una specie protetta al massimo livello dall’art.12 della Direttiva Habitat in fatto di captivazione e abbattimento dei plantigradi. “Se aspettiamo l’Europa sugli orsi si rischia di aspettare troppo, noi proseguiamo per la nostra strada. Riteniamo che la linea che abbiamo delineato sia corretta. La pubblica amministrazione non può fare un passo indietro rispetto alla tutela delle persone e della sicurezza pubblica: gli orsi pericolosi vanno abbattuti” afferma, in una nota, il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

La politica si divide e prende posizione. “Ognuno deve fare la sua parte. Ho chiesto a Ispra di preparare un piano, valutando anche la sterilizzazione, vista la difficoltà di trasferimento degli orsi in soprannumero. Ma anche la realtà locale deve attrezzarsi per evitare che gli orsi diventino confidenti”. Lo ha detto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine della presentazione del Rapporto Ambiente Snpa a Roma. “Bisogna che gli Enti locali si dotino di cassonetti adatti, altrimenti è inutile lamentarsi che gli orsi diventano confidenti” ha continuato Pichetto, che poi ha ribadito come l’uccisione dei singoli orsi non è la soluzione: “L’utilizzo delle norme di sicurezza pubblica, che rientrano nei poteri costituzionali, per uccidere un singolo capo non credo sia la soluzione”.

“Solo disgusto per la legge abbatti-orsi approvata dalla Giunta trentina guidata da Fugatti. La legge approvata è illegittima per le norme italiane e del diritto europeo e per questo il ministro Pichetto non può non respingerla. Questa destra odia gli animali e va contro ogni principio di conservazione ambientale e rispetto per la biodiversità. Abbattere gli orsi non solo minaccia la loro stessa sopravvivenza, ma contribuisce anche a un impoverimento irreversibile del nostro ecosistema”. Così in una nota il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli

“Io non capisco se alla provincia di Trento piace fare i pistoleri, a Fugatti in particolare, se gli piace uccidere! Quello che però vi dico è che noi lo abbiamo denunciato, anche a livello personale, per uccisione di animale con crudeltà, perché non è stata fatta narcosi a questo orso (M90) e gli è stato sparato un proiettile di quelli nella schiena che, purtroppo, una volta entrati nel corpo degli animali si espandono e quindi una morte dolorosissima”, le parole della deputata di Noi Moderati, Presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Michela Vittoria Brambilla, a margine della marcia organizzata a Milano per chiedere l’approvazione della proposta di legge per l’inasprimento delle pene a chi si macchia di maltrattamenti nei confronti degli animali di cui è la prima firmataria.

“È gravissimo e sarebbe da impugnare immediatamente, ma non facciamoci illusioni. Sul tema del benessere animale, andando anche contro la Costituzione, questo governo ha già dimostrato immobilità e nessuna volontà di interferire con le regioni e le province autonome – si legge in una nota stampa dell’On.Sergio Costa – A questo punto mi aspetto che almeno il gruppo interparlamentare che si occupa di animali possa agire subito, con urgenza, con forza e prenda posizione anche all’interno dei propri partiti mettendo al centro il benessere animale. Questa è una battaglia che riguarda tutte e tutti. Mi auguro che associazioni, comitati, singole cittadine e cittadini, scrivano a Fugatti, facendo sentire tutta la loro pressione. La proposta del Trentino è un attacco al benessere animale e alla Costituzione e non può passare sotto silenzio”.

Se l’art.9 della Costituzione, che tutela la biodiversità, passa in cavalleria assieme ad ogni altra normativa europea, la politica ha davvero un peso che scavalchi il mero conteggio dei voti ed il consenso popolare, nel fermare lo sterminio di una specie – l’orso – che è protetta da disposizioni nazionale e comunitarie? Un Ddl che baratta la vita di un orso con la “pubblica sicurezza e la tutela dell’economia di montagna” ha completamente dimenticato quale sia una corretta strategia preventiva e di informazione, che tenga conto sia degli aspetti biologici che di quelli sociali. La politica dell’allarmismo populista è indice solo di un enorme limite ed incapacità nella gestione del ritorno dei grandi carnivori.

In foto:

M49″ dell’international street artist Moby Dick.
Tecnica mista su legno_ località Canale Monterano