Il 2025, anno terribile per il lupo

La Svezia procederà all’abbattimento della metà della sua popolazione. Ma la questione è europea

C’era una volta il lupo. Sì, perchè rischia di diventare solo un ricordo. Il vecchio continente, a quanto pare, ha scelto di tutelare solo animali utili all’uomo e di consentire l’abbattimento dei grandi carnivori, come le vicende trentine lasciavano intuire.

Il caso svedese

In Svezia si è aperta dal 2 gennaio la caccia ai lupi, dopo il via libera del governo di Stoccolma, che ha concesso l’abbattimento di cinque intere famiglie, per un totale – al momento – di 30 esemplari. Il lupo è l’ultima “vittima” del paese nordico, che lo scorso novembre ha iniziato la caccia agli orsi, con il rilascio di 486 permessi di caccia per ridurre la popolazione del 20 per cento.

Il lupo, grande carnivoro, vive un momento di grande difficoltà

La motivazione è la stessa di tutti i Paesi che autorizzano un percorso di abbattimento dei carnivori: proteggere gli allevamenti e i campi. Gli agricoltori infatti affermano che l’aumento della popolazione dei lupi rappresenta una minaccia per il bestiame, soprattutto per le pecore.

Lupi protetti? Sulla carta sì

La specie si trova sulla lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) con lo status di “vulnerabile”. Il lupo è inoltre presente nell’elenco delle specie “strettamente protette” della Convenzione di Berna del 1979.

Gli attivisti della Swedish carnivore association, l’Associazione svedese per la tutela dei carnivori, si stanno organizzando per bloccare uccisioni basandosi sul principio secondo cui, sebbene possano essere previste deroghe, l’obiettivo specificato dall’articolo 1 è quello di conservare la fauna selvatica, con particolare attenzione alle specie vulnerabili. E il lupo lo è, al momento.

Abbiamo presentato una denuncia formale alla Commissione europea, che ha portato ad una procedura di infrazione contro la Svezia, ma senza alcun risultato”, ha detto Magnus Orrebrant, presidente dell’Associazione svedese dei carnivori. La Svezia, di fatto, ignora lo status del lupo dal 2010.

Caccia ai lupi, una questione europea

Negli ultimi anni diversi Paesi europei hanno sentito l’esigenza di allentare le maglie della tutela per consentire di uccidere più facilmente i lupi, le cui popolazioni costantemente monitorate sono in leggera crescita in tutto il nostro continente in particolare nelle regioni alpine e boscose della Scandinavia e dell’Europa centrale. Un elemento da attenzionare c’è dallo scorso settembre, quando il Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea (Coreper) ha approvato la proposta di declassare il lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”.

Recentemente, però, ha votato per il declassamento della tutela anche il Comitato permanente della Convenzione di Berna. La modifica entrerà ufficialmente in vigore il 7 marzo 2025: da quella data, i lupi saranno considerati specie “solo” protetta, consentendo di fatto più uccisioni. Per Orrebrant, “se l’Ue darà seguito all’ultima decisione della Convenzione di Berna modificando lo status di protezione del lupo nella direttiva sull’habitat, il risultato sarà molto negativo non solo per i lupi, ma per tutta la fauna selvatica in Europa”.

L’allarme parte dalla Svezia ma riguarda tutta Europa

Si possono individuare misure preventive?

La protesta delle associazioni animaliste europee si incardina su un tema volutamente dimenticato, ovvero quello della prevenzione degli attacchi dei grandi carnivori e dell’educazione della popolazione per la pacifica coesistenza tra comunità umane e fauna selvatica.

Continuiamo a chiederci, perché non utilizzare recinzioni elettrificate? Perché non procedere con programmi di divulgazione e buone pratiche, invece di diffondere paura per gli attacchi della fauna selvatica?

Il lupo è purtroppo l’ultima pedina politica, vittima della disinformazione. Declassare la protezione non risolverà le sfide della coesistenza, né aiuterà gli agricoltori”, ha affermato Léa Badoz, responsabile del programma fauna selvatica di Eurogroup for animals.