Droni per tenere gli orsi lontani dalle case

Gli scienziati del Montana hanno sperimentato la nuova tecnologia, con “risultati oltre le aspettative”

Le cronache degli ultimi anni sono ricche di pagine dedicate agli orsi, purtroppo sopratto per raccontare di aggressioni, senza spingersi ad analizzare le cause o i rimedi alternativi ai fin troppo facili abbattimenti. Una possibile risposta arriva dagli Stati Uniti.

In uno studio durato sei anni, Wesley M. Sarmento del Montana Department of Fish, Wildlife and Parks ha sperimentato diversi strumenti di deterrenza per allontanare i grizzly delle Grandi Pianure da luoghi in cui erano indesiderati: l’impiego dei droni ha stupito tutti.

A volte difficile la convivenza con gli orsi

Metodi tradizionali di allontanamento

Nella relazione, pubblicata su Frontiers in Conservation Science, Sarmento racconta  di come abbia iniziato un’attività di monitoraggio dei grizzly ed i relativi interventi di allontanamento (in totale 163), raccogliendo dati per verificare l’efficacia di diversi strumenti non letali, sia nell’immediato sia a lungo termine.

Ha iniziato da metodi tradizionali: inseguimenti dal camion e/o sparando a salve o proiettili non letali. Il sistema si è dimostrato abbastanza efficace, ma con diverse criticità. I veicoli non arrivano ovunque: ci possono essere ostacoli o la tipologia di terreno può non consentire a un mezzo pesante di proseguire. Continuare a piedi muniti di fucili deterrenti, però, non è la via più sicura. Alcuni orsi, invece di fuggire spaventati, possono reagire attaccando.

Dai cani da orso ai droni

Una possibile aletrnativa è stata l’adottare cani da orso, uno strumento che, per quanto pubblicizzato, non è mai stato testato scientificamente. Sono stati deludenti rispetto agli altri strumenti di deterrenza: i cani, infatti, molto spesso non riuscivano ad avvistare gli orsi a grande distanza o si lasciavano distrarre da altri stimoli, per esempio da altri animali selvatici. Neanche migliorare l’addestramento è servito a recuperare punti rispetto a metodi più tradizionali, e il loro mantenimento era un fattore da non trascurare in un’ottica costo-efficacia.

L’alternativa tecnologica, la soluzione

Sarmento ha così fatto ricorso a un drone. E i risultati, come riporta nell’articolo, sono stati molto soddisfacenti (91% di successi). Non solo l’efficacia di deterrenza è comparabile (anche un po’ superiore, ma servirebbero più dati per confermarlo) a quella dell’inseguimento con autoveicoli o ai proiettili non letali, ma il ricercatore ha riscontrato diversi vantaggi: grazie al drone gli orsi potevano essere avvistati anche a grande distanza, anche di notte, e l’elevata maneggiabilità ha consentito all’operatore di direzionare l’orso – forse spaventato dal ronzio o solo dalla novità (stabilirlo non è stato oggetto dello studio) – lontano dai luoghi abitati e dai pascoli, rimanendo in una posizione di sicurezza. In volo, poi, non ci sono problemi connessi alla tipologia di terreno o a eventuali ostacoli come recinti e canali.

I droni, strumenti ormai essenziali in tanti settori

Tra i (pochi) contro riportati dall’autore, però, c’è l’impossibilità di utilizzare il drone come deterrente in condizioni meteorologiche avverse, oppure le difficoltà che si possono incontrare in aree molto alberate e boschive.